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Costretto ad autocoltivare la cannabis di cui aveva bisogno, Walter De Benedetto andrà a processo

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Non è bastato il buon senso, non sono bastati gli appelli di politici e società civile al presidente Mattarella, e nemmeno la disobbedienza civile di Riccardo Magi che è andato ad autodenunciarsi dopo aver consegnato in modo simbolico la cannabis che aveva coltivato di persona, e così Walter De Benedetto andrà a processo.

Parliamo di un paziente affetto da una patologia devastante come l’artrite reumatoide che solo grazie alla cannabis riesce a mitigare i dolori e gli spasmi che lo affliggono in continuazione. Per fortuna Walter è allo stesso tempo un grande uomo, che è capace ancora di oggi di apprezzare i lati positivi che quella patologia terribile ha portato nella sua vita, che ha la forza di scherzare sulla propria condizione.

Quello su cui non ci sarebbe da scherzare, invece, si chiamano diritti e in questa storia sono stati calpestati più volte. Le stesse istituzioni che l’hanno di fatto costretto ad autocoltivare la cannabis di cui aveva bisogno, perché sorde ai continui appelli, fatti anche tramite il suo avvocato, nel tentativo di vedere aumentato il quantitativo che gli veniva fornito, Walter ha fatto l’unica scelta possibile per chi non vuole recarsi da uno spacciatore: ha scelto di coltivare cannabis. Non direttamente, perché la sua condizione non glielo consente, ma facendosi aiutare da un caro amico, colpevole solamente di essere stato solidale.

Una vicenda che in Italia si configura come un reato, ma che in Canada, per fare un esempio, è perfettamente legale. Quando fu emanata la legge sulla cannabis medica nel Paese, correva l’anno 2001, la Corte costituzionale del Canada accettò i ricorsi dei pazienti che, non in grado economicamente di acquistare a cannabis nei dispensari, volevano autoprodurla. Oggi ci sono più di 43mila pazienti autorizzati a coltivare o a nominare una persona che lo faccia per loro se la patologia che li colpisce non glielo permette.

Invece oggi Walter De Benedetto, come ricorda la campagna di Meglio Legale che l’ha sostenuto in tutto il percorso, sarà “imputato in tribunale – dove non potrà essere presente di persona vista la seria invalidità che lo colpisce – il prossimo 23 febbraio, data dell’udienza preliminare presso la Procura di Arezzo”, perché indagato per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso

Da Meglio legale ricordano poi che “lo scorso ottobre erano intervenuti sul caso politici e personaggi noti. Tra loro Emma Bonino, Roberto Saviano, Luigi Manconi, Cathy La Torre, Marco Cappato, Iacopo Melio, Andrea Rivera, Bobo Rondelli, Caterina Licatini, Michele Sodano”.

L’udienza preliminare si terrà dunque il prossimo 23 febbraio alle ore 9:30 presso il tribunale di Arezzo. La coordinatrice di Meglio Legale Antonella Soldo e l’attivista Matteo Mainardi saranno presenti per ricordare che purtroppo quello di De Benedetto non è un caso unico. Sono molti, infatti, i pazienti che condividono la sua condizione. Soldo e Mainardi, insieme all’Avvocato Claudio Miglio – difensore di Walter De Benedetto – interverranno alle ore 11, dopo udienza, nel rispetto delle limitazioni imposte dalle norme anti-covid, per fare un punto sulla situazione insieme alla stampa.

Mario Catania 

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